domenica 16 ottobre 2016

Il mondo di Internet.


Di Werner Herzog avevo seguito un corso di quelli serali per studenti universitari secchioni sui suoi film ma ho fatto in tempo a scordarmi tutto. Tuttavia, ho visto questo suo ultimo atteso documentario, Lo and Behold - Reveries of the connetted world e sono rimasta perplessa.

Si parte (e l'inizio è senz'altro affascinante) dalle origini della rete. "Lo and Behold" è il primo messaggio frammentato che sancisce il primo scambio tra computer veicolato dalla neonata Internet e significa "Guarda e Ammira". Come dice la voce narrante, una profezia bella, prima però del crash di quel computer da cui è partito tutto.

Molte voci da più versanti sostengono infatti che quella digitale sia una delle maggiori rivoluzioni che abbia coinvolto l'umanità. Personalmente, sospendo il giudizio. A me pare che questa sia una delle molte rivoluzioni interessanti della Storia dell'uomo, forse però non la più significativa. Ma questa è un'altra storia...

Tornando al film: il "taglio" è piuttosto enfatico e si punta in alto, nel senso che l'astronomia è uno dei temi più trattati. Si sentono i pareri e le spiegazioni di cosmologi e astronomi che prospettano scenari futuri talvolta distopici o per lo meno avveniristici (vita su Marte, brillamenti solari che distruggeranno l'umanità tranne forse gli scarafaggi, robot che ti verseranno il succo di frutta etc.) mentre il focus sui pregi e i difetti del World Wide Web non sempre è centrato. 

Si osservano ad esempio gli aspetti più negativi della rete: un antico caso tremendo di cyberbullismo, dipendenza da videogame, violazioni della sicurezza; ma gli aspetti positivi non spiccano tranne in un caso eclatante: un professore di una nota università americana racconta di avere molti più allievi online che dal vivo (per il fatto che la rete raggiunge persone fisicamente impossibilitate magari a raggiungere i luoghi dove accadono le cose importanti) e di aver rilevato, da un test, che il migliore dei suoi allievi che seguono le lezioni dal vivo si è posizionato meno che quattrocentesimo nella classifica dei migliori allievi di tutto il corso. I quattrocento e oltre più bravi provenivano, cioè, tutti da web. Questo dato, naturalmente, è sintomatico. Ma ad esempio manca tutto ciò che concerne la Primavera Araba in cui Internet ha giocato un ruolo importante (e in particolare twitter) e mancano i riferimenti alla didattica per i bambini, la possibilità di scaricare gli ebook e le grandi possibilità espressive per gli artisti etc. 

In generale, è come se ci fosse un mondo là fuori e uno "qua dentro" meno bello, più stupido o pericoloso, ancora oggi. Quel che ho capito io invece è che è tutto parte dello stesso mondo. Faccio mie le considerazioni ad esempio di una autorevole pensatrice che ha studiato a fondo la rete e ha scritto questo libro qui, ovvero Mafe De Baggis. Mafe infatti ha passato al luminol i comportamenti "della rete" per arrivare a una conclusione, detta in soldoni: la rete siamo noi, niente di più e niente di meno. (Su Wired un estratto del libro). 

Personalmente, mi aspettavo di più in definitiva da questo film. Di più in senso morale, ovvero mi aspettavo un invito serio e strutturato a prendere una posizione rispetto al web. Magari anche di uscire di lì e gettare lo smarphone nel Po al grido di "meglio la vita reale", ma non è accaduto. 

E invece sono rimasta al mio posto: neutrale. Certo, io come tanti devo molto al web nel senso che farsi conoscere e rispettare nel mondo delle sacre lettere è molto dura e la rete può essere un ottimo sbocco, una vetrina, un laboratorio dove farsi le ossa ma anche uno strumento come un altro per poter scrivere e talvolta lavorare. Mi piace pensare di essere come quegli allievi che vi dicevo prima dei quali magari, senza l'ausilio del web, il mondo non avrebbe saputo nemmeno l'esistenza. Posto che, per quanto mi riguarda, ho anche un percorso precedente e attuale di pubblicazioni fisiche cui tengo molto, oltre che relazioni "vere" e cose da fare reali. 

Per finire: mi è chiaro un concetto: che le dinamiche umane sono le stesse fuori e dentro la rete. Ci sono le mode, il disprezzo, la violenza, la follia, le ondate, i furti, le mortificazioni, le dilapidazioni, l'ignorare e l'ignoranza, le adulazioni, gli affetti, gli amori e le virtù che ci sono in qualsiasi relazione veicolata dall'uomo. Di questo film, dunque, a chi lo vedrà consiglio di prendere il buono, ovvero le informazioni tecniche sulla storia dell'Internet, di estrarre con le pinze le perle e lasciare andare il resto.

Nessun commento: