sabato 20 agosto 2016

Café au lait - Tre donne sull'isola

Lidia Ravera, Chiara Mezzalama, Gaia Formenti, Tre donne sull'isola, iacobelli editore

Per la rubrica Café au lait del mese di agosto (per chi si fosse perso le puntate precedenti, questa è la rubrica che riguarda letture alternative, libri da paesi lontani, editoria indipendente, bibliodiversità, digitale e in generale tutto quello che ti fa dire olè!) ho scelto un piccolo libro scritto a sei mani e pubblicato nel 2014 dalla casa editrice iacobelli editore per la collana I Leggendari - che nasce dalla rivista letteraria Leggendaria

Comincio intanto a segnalarvi questa bella presentazione del libro stesso, così vi fate un'opinione dalla viva voce delle autrici. 

L'esperimento nasce dall'idea ottocentesca di feuilleton e parte da un'iniziativa di Lidia Ravera. Il progetto è quello di una storia scritta da tre voci di donne di tre generazioni diverse, così come lo sono i tre personaggi: Lili, Clara e Ilaria. Sessanta, quaranta e venti anni. Le tre donne si ritrovano - ciascuna per ragioni diverse - nei giorni di Natale sull'isola di Stromboli. E da qui nasce l'incontro tra queste tre vite.

Ciascuna con la sua storia, ciascuna con la propria, variamente mutevole, identità. 



A guidare la staffetta letteraria è stata la più grande di età, Lidia Ravera. Le altre due autrici hanno continuato a raccontare le vicende delle rispettive protagoniste trasformando la narrazione in un romanzo strutturato e davvero bello. 

Sono tre personaggi complessi e per forza di cose "stereotipati" ma non poi così tanto. A renderli unici è infatti uno stile di scrittura - per tutte e tre - tutt'altro che prevedibile. Dire ogni bene dello stile di Lidia Ravera è facile, ma a colpirmi sono state le due autrici più giovani, sorprendentemente abili e raffinate nel linguaggio, autentiche nella caratterizzazione delle protagoniste. 

Una storia piccola che si conchiude nell'arco di pochi giorni (ma nel finale aspettatevi una speranza) e che va in profondità fino a far saltare le barriere psicologiche di personaggi e lettore. Si entra dentro la vita "mentre si era impegnati a fare altri piani", come accade qualche volta nella realtà. Dalle verità dell'animo umano in effetti non si scappa mai, c'è sempre qualcosa o qualcuno che arriva lì, fino alla soglia delle difese, e tenta di entrare, di smuovere le acque. E di acqua, in questo romanzo ambientato in riva al mare, ce n'è tanta. Ci sono emozioni forti e disincanti, cibo e famiglia, tenerezza e sincerità. 

Lo consiglio a chi ha voglia di guardare dentro sé con una luce onesta e di ascoltare una vicenda antica e piena di archetipi vestita però da una (anzi tre) scritture contemporanee, professionali e solide.

Una nota a margine: questo libro è stato finalista al Premio Sinbad del quale ho avuto il piacere di fare la giurata.

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