venerdì 16 ottobre 2015

Groucho e io.


 



A me questo libro ha commossa, che ci posso fare?
La mia carriera teatrale andava a passo di lombrico. Chico e Harpo prosperavano, ognuno nel suo lavoro. Io non battevo un chiodo.

Le storie di come le persone faticano per farcela a corrispondere a se stesse, nella maniera più autentica possibile, attraverso alti e bassi e scivoloni e tristezza, mi piacciono sempre parecchio.

Come sono diventato un comico non so bene. Forse non sono un comico. Non vale la pena di discuterne. Comunque, spacciandomi per tale mi guadagno da vivere benino da molti anni. Da ragazzo non ricordo di aver strabiliato nessuno con il mio spirito. Sono un tipo abbastanza cauto, e non ho né la voglia né i mezzi per analizzare cosa rende un uomo divertente agli occhi di un altro. Ho letto molti libri di cosiddetti esperti, che spiegano le basi dell'umorismo e cercano di descrivere cosa fa ridere e cosa no; ma dubito che qualsiasi comico sia in grado di dire onestamente perché lui è buffo e il suo vicino di casa non lo è. Credo che tutti i comici arrivino a essere tali per tentativi. Così era di certo nel varietà di una volta, e sono sicuro che è così anche oggi.

Questo è l'attacco del capitolo 8. Si intitola Un menestrello errante, io. Mi ha colpita perché mi ha ricordato una cosa buffa della mia vita (eh beh ovviamente!). Quando ero piccola in un temino mi pare di terza elementare che chiedeva quale personaggio del Medio Evo avremmo scelto di essere, se fosse stato possibile viaggiare nel tempo, avevo scritto: il menestrello! Per via dei vestiti colorati e del fatto che poteva raccontare storie a destra e a sinistra. Perché non avessi scelto di essere quella che le ascolta, le storie, che ne so, una regina, non l'ho mai capito, ma tant'è.

Come ho già raccontato in questo blog, mi appassiona la comicità: non sono diventata un menestrello, né mi vesto particolarmente colorato, ma di storie di comici ne sto leggendo e ascoltando tante.

Da questo libro, che ho prenotato perché non c'era più nelle librerie, ha letto dei brani Gioele Dix al festival Il senso del ridicolo, di cui questo è un #LaterPost, come avevo promesso, ovvero un racconto dilazionato di un evento avvenuto ormai qualche settimana fa. 

Groucho Marx è un'icona del secolo scorso (e di un pezzettino di quello ancora prima, essendo nato nel 1890) e questa è la sua autobiografia. Come potete vedere nel video, ci sono nel libro parecchie foto commentate e tanti aneddoti uno più interessante e curioso dell'altro. 

Groucho è il terzo dei cinque fratelli che componevano il gruppo comico dei Fratelli Marx, di cui la madre era agente. Hanno fatto divertire mezzo mondo con film come La guerra lampo dei fratelli Marx o Animal Crackers (da cui è tratta l'immagine di copertina in una sua versione teatrale). 

Qui, scopriamo il suo lato privato con alcune sorprese e altrettante conferme. 

Quasi tutti hanno nella vita una meta o un'ambizione che sperano di realizzare prima o poi... Diventare presidente degli Stati Uniti, allenatore della nazionale di baseball, usciere capo. La mia unica meta, oltre a non morire di fame, era possedere un'auto nuova fiammante: un volante non toccato da mani umane, sedili non ritoccati da macchie d'unto, gomme incontaminate, un contachilometri che segnasse 000000.

E insomma a giudicare da quello che è successo dopo, possiamo ipotizzare che qualche volta anche i sogni più fiammanti si avverano! 


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