giovedì 3 gennaio 2013

Canto di Natale.


Charles Dickens, Canto di Natale, Corraini. 


I Londoners!

Tiny Tim.

Il primo spirito. Quello che mostra a Scrooge i Natali passati.
Illustrazioni di Federico Maggioni.


Alcuni risero nel vedere questa sua trasformazione, ma lui li lasciò fare senza curarsene, poiché era saggio abbastanza da sapere che nulla di buono accade a questo mondo che all'inizio non sia stato deriso; e sapendo che gente come quella era cieca in ogni caso, pensò che tanto valeva che corrugassero gli occhi in un sorriso, piuttosto che mostrare il loro male in forme meno piacevoli. 
Il suo cuore ne rideva, e questo gli bastava. Da allora si astenne dal frequentare spiriti e liquori, e di lui si disse sempre che sapeva come interpretare il Natale, se un tale dono fu mai conferito ad un uomo. Che lo stesso possa essere detto anche di noi, di tutti noi! E come osservò il piccolo Tim: "Dio ci benedica tutti!".


Questo è il più bel (e chiaro) libro sulla memoria e sulla sincerità, sulla perdita di se stessi e del senso della vita che mi sia mai capitato di leggere. Ho sempre ammirato l'idea di Dickens di mettersi lì e pensare a una storia a esempi, simbolica, comprensibile e letterale su come funzionano le emozioni, il Natale, i rapporti umani e su come il tempo, se non ci presti attenzione, ti può rubare l'anima.

Questo è anche il libro che più mi ha commossa nella vita. Forse l'unico così tanto. Mi capita sempre meno di piangere. E ho sempre pianto, per lo più, di paura. Spesso al cinema, rarissimamente per la musica. Mai ai funerali. E poi per paura. Quindi lacrime di terrore, in un certo senso. Ma piangere per qualcosa che finisce bene è una vera rarità: c'è come una forza adulta che spinge anche i più ingenui come me al cinismo realismo e che mi impedisce di crederci fino in fondo. Alle cose buone. A quelle senza dubbio buone, inequivocabilmente buone.

Invece Dickens qui proprio non si pone il problema. Rischia la derisione. Rischia la svenevolezza. Io non lo so il perché, non ho studiato abbastanza la sua vita e le sue opere per capirlo. Anche se le ho lette con curiosità, come vi raccontavo qui, qui e soprattutto qui.

Perché abbia osato così tanto con questo libro, alla fine non lo voglio sapere. Dato che nella mia piccola esperienza di lettrice questo resta un circoscritto, perfetto miracolo. Ricordo ancora dove ero, come ero seduta e quanto era stato dolce e imprevisto il formarsi di una lacrima senza che me ne accorgessi quasi. 

Quindi mi piace che rimanga così intatto nella mia memoria.

Quello che fa qui Dickens alla fine è proprio un esercizio mentale per mostrare a Scrooge chi era, chi è e chi mai potrebbe diventare, se continua a comportarsi da cattivo. Un esercizio bellissimo, coraggioso. E utile. Lo scopo è farlo vivere un po' meglio insieme agli altri. Che è quello che vogliamo tutti. Per me questa dunque non è mai stata solo una storia, ma un insegnamento: se non sai cosa fare, ricordati cosa volevi quando eri al tuo meglio. Ricordati cosa vorrai per il tuo futuro. 

E quindi è stato un bel modo di iniziare l'anno, perché questo libro-guida è il primo che ho trovato nella cassetta delle lettere in questo 2013. Che assume quindi un significato in più per me. E di questo anche ringrazio l'editore Corraini, che mi ha regalato più di quanto può immaginare. 

Per i fan del profumo della carta, poi, qui c'è molto da divertirsi. Questo albo profuma, ed è una festa dei sensi, specie l'olfatto e la vista. E il tatto. Perché è un bell'oggetto da tenere con cura. 

Infine pensavo. Ieri sera ho visto questo film. La regola del silenzio. Di Robert Redford. Lo consiglio. C'è una storia di redenzione, di cambiamento e di riscatto. Che arriva all'apice di un tale tormento, di tali traversie, di tali stravolgimenti, di corse, di parole, di silenzio, tanto silenzio e che culmina in una casa sperduta in un bosco, poi su una barchetta solitaria in mezzo al mare. 

Insomma, per dire quanto sia complicato capire. Quanto sia complicato scegliere, a volte, come comportarsi. Cosa fare. Quanti sbagli si possono fare nella vita. I personaggi, come Scrooge, sono avanti con l'età e si trovano, per assonanza con il Canto di Natale, a guardare indietro, a cosa sono stati, al presente e infine a prospettare un qualche futuro. 

Ed è sorprendente vedere cosa scelgono, come fanno, come si comportano. 

Mi accorgo di aver proprio bisogno di questi esempi. Di quanto i libri, il cinema, le avventure degli altri possano essere importanti per accendere ogni tanto qualche luce nella vita. 


Qualcuno su twitter tempo fa mi ha chiesto di mettere una foto del mio albero di Natale. Un po' storto, ma è lui! Boh, da vicino assicuro che è più carino.



5 commenti:

Zuccaviolina ha detto...

Questa recensione mi piace tanto tanto. Brava tazzina.

noemi ha detto...

@Zuccaviolina: grazie :) ne sono contenta!

SaraDurantini ha detto...

Bellissimo post, di una magia profonda, riflessivo come molti altri tuoi post! Leggevo proprio questa mattina che i libri ci permettono di viaggiare attraverso le parole e le immagini che altri hanno scritto e pensato. E' la frase di un autore famoso ma al momento mi sfugge chi l'ha detta. Parole sante, come quando tu dici che i libri, come il cinema e le avventure degli altri, possono accendere qualche luce nella vita.

noemi ha detto...

@Sara Durantini: che bello, grazie! Per il commento, la citazione e la gentilezza delle tue parole :)

SaraDurantini ha detto...

Grazie a te Noemi :)