giovedì 28 ottobre 2010

Lyn.

Ha un vetro da portare. Gliel'ha dato il suo capo in fretta alle sei e mezza. E Lyn ha strozzato un pensiero: "piano che si rompe". A metà strada sente le dita perdere un po' di presa e il vetro scendere di qualche millimetro giù dai polpastrelli. Il freddo, di cui fino a ora non si era accorta, le entra nelle ossa. Lyn ha uno sfogo sui polsi, piccole macchie simili a puntini che appaiono sempre dopo la doccia, specie all'alba, quando il contrasto caldo-freddo è più potente.

A questo punto Lyn sente il cuore accelerare molto, ha paura di non farcela. Che il vetro caschi per terra ma soprattutto della reazione del capo. Che è sempre aggressivo con lei, non la considera una persona, in generale lui fa fatica a vedere le donne come persone, non s'immagina - pensa Lyn - che anche noi abbiamo un'intelligenza e che possiamo sbagliare, che ci può scivolare il vetro, soprattutto adesso che piove.

Ma quest'ultimo pensiero è un detonatore troppo forte e il cuore vuole uscirle dalla gola. Così decide di fermarsi. Di fronte al bar di Corso Trapani, si sente il calore e il profumo di croissant e caffè che le arriva fino al collo, sembra una sciarpa. Qui si calma. Si accende una sigaretta. Pensa che dovrebbe smettere di fumare, ma lo farà poi un giorno, quando sarà grande, visto che ha solo diciassette anni.

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