martedì 9 febbraio 2010

Basaglia.

"Il rovesciamento di una realtà drammatica e oppressiva non può dunque attuarsi senza una violenza polemica nei confronti di ciò che si vuol negare, coinvolgendo nella critica i valori che consentono e perpetuano l'esistenza di una tale realtà". (F. Basaglia)

Quello che io ho notato, nella fiction su Basaglia, oltre alla "violenza polemica" è stata la dolcezza nello sguardo di Fabrizio Giufuni nell'interpretare lo psichiatra.


E ho notato anche il grande esempio del saper amare gli esseri umani per quello che sono. Saper amare anche gli estranei, lavorarci insieme, saperli comprendere anche quando si comportano male, saperli rispettare. Impegnarsi a voler bene anche ai malati, fare una carezza sulla guancia di un malato. A molti farebbe schifo, mentre per lui era una ragione di vita.

Quello che io ho capito di questa fiction (o non-fiction?) è che alla base di molte "maschere" sgradevoli, puzzolenti, scorbutiche si può molto spesso ritrovare una grande ferita, una mancanza di amore. Finalmente qualcuno lo ha intuito e ha provato con fatica e inevitabili errori comunque a porre rimedio.

Nessun commento: